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SERVIZIO CIVILE NAZIONALE: PROBLEMI E PROSPETTIVE FUTURE
Attesissimo e criticato, il 4 ottobre è stato pubblicato il nuovo bando del Servizio Civile Nazionale per selezionare appena 15.466 volontari per l’Italia e per l’estero.
Era attesissimo, perché i progressivi tagli hanno fatto sì che nel 2012 non ci siano stati bandi (il primo anno della sua storia); è stato criticato per il basso numero di volontari previsti e perché non ha risolto il problema della partecipazione dei giovani stranieri.
L’esigenza di stabilizzare i finanziamenti del Servizio Civile, quindi il contingente annuo, è fortemente sentito sia dagli enti – per i quali avere un progetto approvato è ormai come giocare alla roulette – sia dai giovani: quelli che vorrebbero fare questa esperienza sono infatti molto più numerosi di quelli che vengono poi effettivamente selezionati, come emerge anche dal nono Rapporto di ARCI Servizio Civile (ASC), la più grande associazione di scopo italiana dedicata esclusivamente al servizio civile, presentato a Roma il 2 ottobre.
Peccato, perché il servizio civile è un’importante occasione di creazione di capitale umano, sociale e professionale. Per questo, uno dei nodi su cui ASC sta lavorando è quello della certificazione delle competenze.
Sempre più è diventato evidente, infatti, che il Servizio Civile è un momento di formazione alla cittadinanza e alla responsabilità nei confronti dei beni comuni, ma anche un’occasione per acquisire competenze spendibili sul mercato del lavoro.
A fare il Servizio Civile sono soprattutto studenti (34%) o laureati (37%), per la maggior parte donne (67%), che indicano come motivazione principale della loro scelta quella di “fare un percorso di crescita personale” (28%), ma che danno importanza anche alla possibilità di “approfondire la formazione” (13%) e alla speranza di “entrare nel mondo del lavoro” (10%). Nel rapporto si legge che si dichiarano soddisfatti perché hanno arricchito soprattutto il proprio bagaglio di competenze che riguardano in particolare capacità relazionali e tecniche.
Dopo un anno di sosta sono appena 15.466 i volontari finanziati per l’Italia e per l’estero, rispetto ai 20.123 di due anni fa, con una riduzione del -23,1%.
Tutti i grandi enti, infatti, vedono riduzioni consistenti dei loro posti. ARCI Servizio Civile rimane il primo ente d’Italia, ma per la prima volta scende sotto la soglia dei mille volontari finanziati, con una riduzione di oltre 1/4 dei posti rispetto al 2011 (937 volontari con 106 progetti). Riduzioni consistenti anche per gli altri enti della “top ten”, come le Misericordie d’Italia (604 volontari con 22 progetti), l’ANPAS (602 volontari con 21 progetti) e Caritas Italiana (407 volontari con 61 progetti), mentre Confcooperative quasi dimezza i suoi volontari.
E’ notizia di questi giorni invece il significativo segnale di inversione di tendenza, contenuto nella proposta di legge di stabilità, rispetto al finanziamento del servizio civile nazionale, per il 2014. Passare dai 76 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità del 2013 ai 105 milioni di euro per il 2014 è una piccola boccata d’ossigeno per tanti giovani che vorranno fare questa esperienza. Non sono ancora i numeri essenziali per rendere sostenibile il sistema, ovvero circa 270 milioni di euro per assicurare l’esperienza di SCN ad almeno 40.000 giovani, ma può essere letto come un primo importante segnale del Governo di voler investire nuovamente su un istituto cui le ultime leggi di stabilità avevano dato solo riduzioni finanziarie. Da vedere con preoccupazione però che questa inversione di tendenza è incomprensibilmente garantita solo per il 2014: i circa 73 milioni di euro previsti per ciascuno dei due anni successivi sono assolutamente inadeguati.
Per questo sarà indispensabile chiedere alle Commissioni di Camera e Senato e al Parlamento intero che per il triennio vengano garantiti fondi sufficienti per stabilizzare il SCN con almeno 40.000 posti annui.
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