News - ARCI Servizio civile
Quale riforma per il Servizio Civile Nazionale
Si è svolta, il 20 marzo 2012, presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri la Tavola rotonda "Quale riforma per il Servizio Civile Nazionale: proposte a confronto".
Fino ad oggi circa 300.000 giovani hanno "scelto" di vivere questa straordinaria esperienza.
Negli ultimi anni, da più parti è emersa la necessità di revisionare l'istituto del Servizio civile. In Parlamento, nel corso dell'attuale legislatura, sono state depositate numerose proposte di legge di riordino della materia.
La Tavola rotonda è stata l'occasione per porre le basi all'avvio di un proficuo dialogo su un tema così importante per l'educazione e la formazione dei nostri giovani.
L'evento è stato coordinato da Luca Liverani, giornalista dell'Avvenire, ed hanno partecipato al dibattito: Andrea Riccardi, Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione con delega al Servizio Civile Nazionale, Carlo Amedeo Giovanardi, Senatore Popolo delle Libertà, Erica Rivolta, Deputata Lega Nord Padania, Marina Sereni, Deputata Partito Democratico, Lorena Rambaudi, Coordinatrice della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Licio Palazzini, Presidente della Consulta nazionale per il servizio civile (e Presidente di ARCI Servizio Civile), Silvia Conforti, Rappresentante nazionale dei volontari in servizio civile.
Nel corso del suo intervento il ministro Riccardi, ha ritenuto "paradossale che questa straordinaria esperienza italiana, che è stata analizzata e posta tra le buone pratiche, in numerosi studi comparati a livello europeo, proprio per la capacità di inserire i giovani nel vivo della società italiana, possa essere messa in crisi."
Il Ministro ha evidenziato che "Ora, questo prezioso strumento di cittadinanza, che molti Paesi europei ci invidiano, rischia di scomparire a seguito dei tagli effettuati dal 2008 ad oggi, che hanno comportato la riduzione del numero dei volontari avviati al servizio dai 45.890 del 2006 ai 15. 939 del 2011. Gli stanziamenti in soli 5 anni sono diminuiti passando dai 296 milioni di euro, per l'anno 2007, ai 68,8 milioni di euro per l'anno in corso. Di conseguenza, l'avvio al servizio dei volontari selezionati per il bando 2011 e avviati al servizio nell'anno 2012, comporta non solo l'utilizzazione dell'intero stanziamento dell'anno in corso, ma anche l'impegno di 40 dei 76 milioni di euro previsti per il 2013. E' chiaro che, se tale limitazione divenisse la norma significherebbe limitare non poco la portata innovativa del Servizio Civile che si caratterizzerebbe sempre più come un'offerta rivolta solo a pochi."
In particolare il Ministro Riccardi ha fatto presente che sono "le voci dei giovani che rivendicano il diritto ad un'opportunità che non deve essere loro preclusa". A tal proposito Riccardi ha riportato le parole conclusive di una lettera aperta che alcuni volontari hanno inviato: "dobbiamo lavorare sul concreto, pensare a cos'è stato, cos'è e cosa può essere il servizio civile. Noi che crediamo nel servizio civile si debba trovare una maniera semplice per arrivare agli occhi e alle orecchie di tutti. Le crisi, le esperienze possono dunque servire a questo: mettere insieme le idee e ragionare su come realizzarle al meglio, perché portino frutto".
Il ministro ha aggiunto: "Questo strumento, che molti paesi europei ci invidiano, rischia di scomparire a causa della riduzione dei fondi stanziati a partire dal 2008". Se, infatti, non ci sarà una rapida inversione di tendenza "non potrà essere emanato l'avviso per selezionare i volontari del 2013".
Riccardi ha concluso il suo intervento dichiarando che per consentire la sopravvivenza del servizio civile "bisogna vincere una battaglia culturale nel nostro Paese, portandola in tutte le sedi possibili affinché l'opinione pubblica italiana diventi consapevole dell'importanza di questa esperienza". Il primo passo sarà "aprire un tavolo serio" interministeriale tra Welfare e Economia per "vedere come rifinanziare il Servizio Civile Nazionale".
L’incontro è servito per fare il punto sulle proposte in campo e accogliere le disponibilità di tutti gli interlocutori a lavorare per definire in tempi brevi una riforma ampiamente condivisa. Purtroppo è rimasta sullo sfondo la vera emergenza, ovvero la necessità di garantire le risorse perché nel frattempo il servizio civile non si fermi. E’ vero che siamo in tempo di crisi e di politiche di risanamento, ma se dobbiamo parlare anche di sviluppo e di opportunità per i giovani, è evidente che il Servizio civile nazionale è quella più significativa su cui investire. Il ritorno in termini di competenze, capacità di inserirsi nel mondo del lavoro, promozione di fattori di coesione sociale e nazionale, è certificato ormai da tutte le ricerche realizzate sulle ricadute e sull’efficacia del servizio civile. Basterebbero 50milioni di euro per impedire la scomparsa di questa opportunità nel 2013 e di fatto l'arresto di tutta l'organizzazione che garantisce il funzionamento dei progetti, ma vanno trovati subito. Si potrebbe cominciare ad esempio dai venti milioni stanziati per la mini-naja e da altri piccoli ritagli e risparmi, per non dimenticare i miliardi di spesa per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35: cosa che si può fare in tempi brevi per non rischiare di approvare la riforma a servizio civile già morto.
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